Girovagando come sempre su internet ho scoperto questo fotografo: http://www.andrzejdragan.com/
Il sito è un po’ troppo pretenzioso per i miei gusti, però il lavoro di questo autore in post processing è davvero interessante. A mio modestissimo parere, le foto colpiscono molto a un primo sguardo, per i colori e i dettagli, ma esaminandole attentamente ci si accorge che sotto sotto non dicono un granchè. Molto meglio, come giustamente indicava qualcuno in un forum di cui purtroppo non trovo più il link, Eolo Perfido (http://www.eoloperfido.com/), che opera in maniera simile in post produzione, ma creando immagini meno gratuite.
In ogni caso il Dragan Effect è davvero interessante, e mi è venuta la solita smania di cercare di riprodurlo, così cerca e ri/cerca, ho scoperto questo sito http://www.atncentral.com/ molto interessante, nella cui area di downloads trovate tre actions per “draganizzare” le foto. Le ho provate tutte e 3, ma quella che mi sembra più completa è “Draganizer” di Sharon Lee Core.
Riepilogo qui a grandi linee i passi salienti svolti dall’action:
- Unsharp Mask deciso
- Copia dell’immagine per usarla dopo
- Lieve desaturazione
- Tramite le curve viene scurita l’immagine. Per evitare un’eccesiva perdita di contrasto e luminosità, tramite una maschera, vengono protette le aeree più luminose.
- Leggero incremento di luminosità e contrasto.
- Creazione di un nuovo layer dove viene incollata l’immagine copiata al punto 2 e viene leggermente saturata. In tale layer viene creata una maschera completamente nera che praticamente nasconde tutto il layer. Tramite un pennello bianco sulla maschera, si vanno a scoprire gli occhi originali non oscurati dai pumti precedenti
- Creazione di un nuovo layer dove semplicemente si vanno a “ricalcare” i bordi dell’immagine con un pennello nero
- In questo step viene creato una sorta di schizzo a matita dell’immagine originale
Creazione di un nuovo layer con l’immagine originale del punto 2
Desaturazione del layer.
Modificate le curve del layer con l’opzione “Auto”
Viene duplicato.
Il duplicato viene invertito e viene impostata la modalità di blending Color Dodge.
Viene impostato al nuovo layer l’effetto Gaussian Blur
I due layer vengono uniti - Viene creato un nuovo layer nero e viene impostata la modalità di blending Overlay. Questa operazione rende il nostro “schizzo a matita” simile ad una fotocopia
- Vengono fusi i layer dei punti 8 e 9
- Viene applicato un effetto Gaussian Blur
- Viene impostata la modalità di Blending su Multiply
- Viene aggiunto un po’ di contrasto e luminosità
- Tramite due adjustment layer (Selective Color e Hue/Saturation) vengonoritoccati i colori.
Questo è quello che sono riuscito a capire esaminando l’action, che comunque consiglio vivamente di scaricare e studiare. Naturalmente è praticamente indispensabile che l’immagine originale sia in formato Raw, altrimenti gli effetti decisi che vengono applicati farebbero risaltare troppo gli artefatti della compressione Jpeg.
Questa è una prova che ho fatto su una mia foto.
L'originale

La foto "Draganizzata"
Il risultato è volutamente esagerato (sembro uno zombie), ma è piuttosto interessante, soprattutto se dovete realizzare la locandina di un film horror :-)
Poco prima avevo letto su internet (


Al posto della lente, dovevo inserire un foglio con il foro stenopeico. Da questo tutorial ho preso l’dea di utilizzare il lamierino di un floppy per creare il pinhole: 


Per eliminare eventuali sbavature, con una lima per unghie ho levigato la parte un po’ sollevata del lamierino. 

Ma, come indica la stessa azienda produttrice (




La cosa bella è che la camera è sporca all’interno, e quindi sulle foto appaiono i granelli di polvere.
Un consiglio: la macchina contiene un rullino completamente srotolato, che si riarrotola man mano che eseguite gli scatti, quindi può essere una buona idea scattare 26 pose al buio (una in meno di quelle possibili in modo da non rischiare che la pellicola entri completamente nel cilindro plastico). In questo modo quandro aprirete la camera, potrete estrarre il rullino, e utilizzarlo in una normale macchina fotografica. Oppure potete semplicemente scattare le foto normalmente con la macchina usa e getta, e invece di portare la macchina al laboratorio, apritela voi stessi e portarte solo il rullino.

Fatto questo ho cercato i terminali che vengono cortocircuitati allo scatto per illuminare il flash. Con il tester ho verificato la polarità e vi ho saldato i fili che vanno al circuito di innesco audio. 

E ora…….i test!






Per la solita fretta, come contenitore per il circuito ho usato una vecchia custodia per audiocassette. Non è elegantissima, però mi piace vedere i circuiti in trasparenza :-)

Per aumentare il divertimento ho provato a mettere un po’ di borotalco dentro un palloncino prima di farlo esplodere.
Poi sono passato agli esperimenti con l’acqua. Per evitare di danneggiare circuito e flash, li ho ricoperti con due buste di plastica.

