mercoledì 6 febbraio 2008

Tutorial: Come utilizzare le pellicole Polaroid 600 al posto delle sx-70

AGGIORNAMENTO: Questo post è ormai abbastanza datato in quanto nel frattempo grazie a Impossible Project sono di nuovo disponibili pellicole per la SX-70. Per una panoramica più attuale sulla Polaroid potete leggere il mio nuovo blog www.coagula.it.

ATTENZIONE: Quelle che indico qui sono solo le mie esperienze dirette sull'argomento. Non mi assumo alcuna responsabilità per eventuali danni che queste procedure potrebbero arrecare alla vostra macchina fotografica.

Nel 1972 la Polaroid introdusse sul mercato una nuova macchina fotografica a sviluppo istantaneo rivoluzionaria: la SX-70.

Questa è la sx-70 chiusa....

01 - sx-70 camera folded

...e questa è aperta nella sua custodia

02 - sx-70 camera unfolded

Un design strepitoso, molto più semplice da portare con sè delle precedenti e, tranne la versione "model 3", REFLEX!!!!

Assieme alla macchina fu proposta una nuova pellicola chiamata anch'essa sx-70. Si discostava parecchio dalle precedenti in quanto non era più necessario staccare il negativo dalla foto. Inoltre presentava la strana caratteristica di poter essere "manipolata" durante lo sviluppo. Negli anni 80 ne fu modificata la formula per ottenere uno sviluppo più veloce: SX-70 time-zero. Da un paio d'anni però la sua produzione è stata completamente abbandonata gettando nella disperazione migliaia di possessori di vari modelli di fotocamere che utilizzano la pellicola sx-70: le sx-70 Alpha 1, model 2, model 3 e Sonar, le Polaroid 500, 1000, 1500, 2000, 300, Presto, Pronto, OneStep, Supercolor, etc.

03 - Polaroid 1500

Purtroppo per quanto riguarda la possibilità di manipolare le foto ci si deve rassegnare. A parte qualche cartuccia scaduta che potete trovare su Ebay a prezzi spropositati, non esistono più pellicole fresche manipolabili.

Ma non c'è bisogno di gettar via la vostra vecchia Polaroid che accetta solo pellicole sx-70. In questo post infatti, vi spiego per filo e per segno i sistemi per poter utilizzare le attuali pellicole Polaroid 600 anche sui vecchi modelli.

Una Polaroid 600 (normalmente non hanno questi disegni sulla parte frontale)

04 - 600

Per poter capire i sistemi da utilizzare dobbiamo prima di tutto analizzare le differenze tra le due pellicole. La prima differenza importante è la sensibilità. Le vecchie sx-70 hanno una sensibilità di 150 ASA, mentre le 600 hanno una sensibilità di 640 ASA. In gergo tecnico si dice che c'è una differenza di circa 2 stops. In pratica vuol dire che le macchine per sx-70 sono tarate per i 150 ASA e quindi se mettessimo una cartuccia 600 all'interno, anche impostando il selettore della luminostà al minimo, otterremmo delle foto terribilmente sovraesposte o, se preferite, "bruciate". Per ovviare a questo problema abbiamo 2 soluzioni.

Soluzione 1:

Applicare davanti alla lente un filtro grigio neutro chiamato anche ND (Neutral Density) che riduca di 2 stop l'esposizione. Unsaleable ne vende uno apposito per i vari modelli di fotocamere Sx-70 da applicare tramite adesivo all'obiettivo. Ma, come dicevo, va bene solo per i modelli sx-70 e non per le Polaroid 1000, 1500 e similari. Per quei modelli potreste acquistare un normale filtro nd per reflex e attaccarlo all'obiettivo col nastro adesivo. Comunque il filtro nd per le sx-70 non mi piace, soprattutto perchè rende scuro anche il mirino in quanto le sx-70 sono reflex, quindi quella che vedete nel mirino è esattamente l'immagine che passa attraverso la lente, e quindi, se ci piazzate davanti un filtro grigio, anche il mirino è più scuro. Consiglio dunque la soluzione filtro nd solo per ai possessori di Sx-70 model 3, ovvero l'unica variante non reflex.

11 - polaroidsx-70 nd filter

Soluzione 2:

Sempre su Unsaleable trovate in vendita le pellicole sx-70 Blend.

12 - sx-70 blend

Queste in realtà sono delle normali pellicole 600 a cui è stato attaccato davanti un filtro nd. Il prezzo è più che onesto per delle pellicole nuove (29.90 euro per due cartucce da 10 esposizioni cadauna), ma io acquisto quasi sempre pellicole scadute per risparmiare. Così ho preso un pacco di Sx-70 Blend, e una volta utilizzato, ho riciclato il filtro nd su Polaroid 600 scadute. E qui apriamo un sotto tutorial:

Come riciclare il filtro nd delle sx-70 blend

Questa è una cartuccia sx-70 blend vuota. Come potete notare sulla faccia superiore c'è un "foglio" di plastica grigia trasparente. Questo è il filtro nd che serve a far passare meno luce sulla pellicola.

13 - Empty sx-70 blend

La prima cosa da fare è rimuovere l'adesivo con su scritto........."do not remove this filter"!!!

14 - remove do no to remove

Staccatelo molto delicatamente in modo da poterlo riutilizzare (anche se non è obblgatorio). Tolto l'adesivo è molto facile estrarre il filtro dalla cartuccia.

15 - filter off

Ora andiamo a fissare il filtro sulla faccia superiore di una cartuccia Polaroid 600, incastrando ie alette laterali sotto la plastica.

16 - filter on 1

17 - filter on 2

Incastrate tutte le alette ai lati, tranne le due più lunghe nella parte sottostante, potete sistemare l'adesivo nella parte inferiore in modo da fermare il filtro. Se l'adesivetto blu è consumato o rovinato, potete usare tranquillamente una striscia di normale nastro adesivo.

18 - put back remove sticker

Nella prossima foto ho evidenziato i dettagli a cui prestare massima attenzione. In alto a sinistra deve restare una piccola striscia libera. Se questa parte fosse coperta dal filtro rischiereste di rompere la macchina fotografica. In basso fate attenzione a non inserire dentro la plastica le due alette più grandi, ma solo quella più corta centrale. Le due grandi servono a fissare il filtro col nastro adesivo.

19 - NOTE

Dopo tutte queste manipolazioni, una bella pulita del filtro con una pezzolina per occhiali, non guasta.

20 - clean the filter

Finito questo mini tutorial, passiamo a risolvere il secondo problema........

I maledetti dentini

Le Polaroid 600 e le sx-70 hanno una cartuccia in plastica praticamente identica. L'unica differenza fisica è che sul fondo della Polaroid 600 ci sono dei "dentini" che hanno la funzione di evitare che tale pellicola, per errore, venga inserita in un modello per sx-70.

A sinistra una sx-70 blend e destra una 600

05 - Sx-70 and 600 comparison

Ora, sia che abbiate deciso di applicare un filtro sulla lente, sia che abbiate riciclato il filtro nd delle sx-70 blend, per poter inserire la 600 in un modello per sx-70, dovrete usare uno dei due metodi seguenti:

Metodo 1:

Tagliate via i dentini con un taglierino, un coltello, un'ascia, quello che vi pare. Attenti a non farvi male.

......che schifo di taglierino ho usato. Se mi fossi tagliato mi sarei preso il tetano.........

06 - cut piripicchio

Metodo 2:

Se non volete avere a che fare con armi da taglio potete prendere un cartoncino largo quanto la cartuccia. Va benissimo il cartoncino nero che viene espulso dalle cartucce appena inserite.

07 - polaroid card

Lo posizionate sotto la cartuccia in modo da coprire i "dentini" e, mantenendo il cartoncino sotto, iniziate ad inserire la pellicola all'interno della macchina. ATTENZIONE: Non inserita la cartuccia fino in fondo altrimenti il tutto si incastra.

08 - card under

Una volta inserita la cartuccia per circa due terzi, potete estrarre il cartoncino da sotto

09 - extract card

Solo a questo punto potete spingere la cartuccia fino in fondo e chiudere lo sportellino della fotocamera

10 - push film

Ora potrete usare tranquillamente la vostra vecchia Polaroid.

kevin

Note finali

In realtà esistono anche altri metodi. Si può sostituire il filtro che si trova davanti alla fotocellula, oppure si può modificare il circuito elettronico per l'esposizione. Francamente questi sistemi sono un pò troppo invasivi per i miei gusti, soprattutto considerando l'esistenza di soluzioni che non intaccano minimamente la macchina.

UPDATE: Diverse persone mi chiedono dove acquistare la sx-70 blend. L'unico sito dove le ho trovate finora è Unsaleable. Da quel che dicono, la vendono solo loro e i loro affiliati (che però non indicano). Il sito è austriaco e, per quanto mi riguarda, si è sempre dimostrato affidabile e veloce nelle spedizioni, che tra l'altro costano solo 9,90 euro. Ogni tanto le ho viste anche su Ebay ma a prezzi superiori a quelli di Unsaleable. Se dovessi scoprire altri rivendtori aggiornerò il post.

UPDATE 2: Accidenti! Credo di aver cancellato per errore un commento. Mi scuso con l'autore. Se lo riposta ci sto più attento.

UPDATE 3: Pare che anche Unsaleable abbia ormai venduto gli ultimi pezzi della SX-70 Blend. Questo farà ancora alzare i prezzi. Dobbiamo cercare un modo per fabbricare un filtro ND per le Polaroid 600.

UPDATE 4: Unsaleable è diventato http://www.polapremium.com/ e vende anche le Artistic TZ che possono essere utilizzte direttamente nelle Sx-70 e simili. Vedi il mio post sull'argomento http://dicillo.blogspot.com/2008/12/polapremium-polaroid-sx-70-tz-artistic.html

giovedì 17 gennaio 2008

Diana F+ Review (recensione della nuova camera di Lomography)

Alla fine del settembre 2007 la Lomographic Society ha messo in commercio sul suo sito la nuova incarnazione di una toycamera d'epoca: la Diana, ribattezzata per l'occasione Diana+. In un post precedente trovate tutti i dettagli.
A meno di 4 mesi di distanza la Lomography presenta la nuova nata: Diana F+ ovvero la ricostruzione dell’originale Diana con flash (che naturalmente si chiamava Diana F).
Il package è davvero “giocattoloso”, com’è giusto che sia. La confezione contiene la camera, il flash, due mascherine per i differenti formati, due adattatori per flash, 12 filtri colorati sempre per il flash, le istruzioni, e un libro con foto, notizie, interviste e fuffa varia.

La fotocamera è assolutamente identica alla Diana+. L’unica differenza è che nella parte superiore trovano posto due fori che sono i contatti per il flash. Infatti la Diana F originale non era dotata di hot-shoe standard. In questa foto potete vedere i contatti della Diana F originale (a sinistra), e quelli dell’imitazione. La distanza dei fori è identica.

In questi contatti si inserisce l’apposito flash incluso nella confezione. Come potete vedere lo stile è totalmente vintage e perfettamente fedele all’originale.


Sottolineo subito che non avete nessuna speranza di usare questo flash con la Diana+ che avete acquistato poco tempo fa. Infatti, malgrado i progettisti della Diana+ avessero già in mente di dotarla di flash (nella Diana+ si nota la “canalina” per i fili elettrici come giustamente mi ha fatto notare Leatherheart in questo thread su Flickr http://www.flickr.com/groups/lomo-italia/discuss/72157603686794869/), nella Diana+ non ci sono i contatti.


Esaminiamo meglio il flash, confrontandolo con l’originale che utilizzava i “bulbi” ovvero piccole lampadine usa e getta, che ormai non si producono più. Nelle foto successive l’originale è quello più scuro. I contatti come vedete sono molto simili ma, ahimé, quelli del nuovo flash in realtà sono all’interno degli spinotti. Cosa vuol dire questo? Che il flash nuovo non può essere usato sulla Diana F originale, perché non ci entra e perché anche se lo appoggiate ai fori non c’è contatto elettrico in quanto, come dicevo prima, i contatti veri sono “interni”. Questo a mio parere è un grosso difetto di questo prodotto. Sarebbe stato bello poter usare le mie Diana F originali con un flash, ma purtroppo dovrò scervellarmi per costruirmi un flash tutto mio. Uffa! Sospetto che la scelta di Lomography sia dovuta ad una questione di regole internazionali sulla sicurezza degli apparecchi elettrici, in quanto tra i contatti del flash può scorrere una corrente sicuramente fastidiosa, e che a volte può anche provocare dei danni.



Tra i contatti si nota lo sportellino per la pila (una normale alcalina AA).


Su un lato trovate il pulsante di accensione.


Sull’altro lato c’è il pulsante per l’innesco manuale.



Sul retro del flash originale il “piripicchio” bianco serviva per bloccare la lampadina nell’apposito vano.



Qui invece è una luce rossa che indica che il flash è abbastanza carico per poter essere innescato.



Tanto per aggiungere qualcosa d’inutile, sono inclusi 12 pezzettini di plastica trasparente da apporre sul flash in modo da colorarne la luce. Non è una cosa che mi stuzzica molto, ma per chi volesse sperimentare……



Un’aggiunta interessante sono invece i due adattatori inclusi nella confezione. Uno serve per montare questo nuovo flash dallo stile vintage su qualsiasi macchina dotata di presa hot-shoe, mentre l’altro serve per montare sulla Diana F+ un qualsiasi flash esterno standard.



Non ho avuto ancora l’occasione giusta per usare questa Diana F+, ma data la smania di provarla ho scattato in fretta e furia un rullo in casa. Il flash non sembra molto potente, e questo a mio parere è una buona cosa, perché così non vengono troppo “sparati” i soggetti ravvicinati.

Conclusioni
Molti acquirenti si sono lamentati del fatto che questa macchina dotata di flash sia stata presentata solo pochi mesi dopo l’uscita della Diana+. Altri si lamentano dei prezzi della Lomography. Il punto però è che la Lomographic Society è l’unica azienda al momento che si basa sulla produzione di toycamera nuove! Progettare (anche se si tratta di imitazione), mettere in produzione un articolo nuovo, pagare gente che entri in contatto con le industrie cinesi, promuovere, etc etc, costa molto e quindi è abbastanza normale che i prezzi siano molto più alti di quelli di una Diana originale trovata al mercatino. Ma per trovarla al mercatino a un prezzo basso ormai dovete sudare, e su Ebay i prezzi sono molto simili a quelli della Diana+, ma senza la garanzia. Detto questo, anche io trovo che il prezzo di questa Diana F+ (80 euro) sia troppo alto, ma finché nessun altro si rimboccherà le maniche e produrrà una toycamera nuova, la Lomography potrà permettersi di tenere i prezzi così alti, perché sa di essere l’unica azienda che può soddisfare i maniaci come me. Lo so che nella fotografia è il fotografo quello che conta e non lo strumento, però volete mettere il piacere di aprire una scatola plasticosa contenente il tuo giocattolo nuovo? Qui oltre che di fotografia parliamo anche di gioco, divertimento e (perché no?!?) collezionismo.
Sfogliando il libro allegato alla Diana F+ ho notato in un’intervista a uno dei progettisti che la Lomography ha intenzione di basare sulla Diana+ un intero sistema medio formato plasticoso. Si accenna a un misterioso accessorio imminente (un fisheye forse? La butto lì….), nonché di future lenti intercambiabili, borse, varianti, edizioni speciali, etc. Certo quando costeranno troppo potremo fare benissimo a meno di acquistarle. Io per esempio ho resistito alla tentazione della Diana White Stripes perché costava davvero troppo. Però è bello sapere che oltre alle grandi aziende come Canon, Nikon, Pentax, che si occupano ormai solo di digitale, esiste qualcuno che continua a produrre macchine fotografiche analogiche non professionali totalmente NUOVE!!!
Se poi proprio non volete dare soldi a Lomography, ma volete una fotocamera nuova, allora con 10 euro comprese spese di spedizione dovreste riuscire ad accaparrarvi su Ebay una Vivitar Ultra Wide & Slim che come toycamera è davvero ottima.
In conclusione: vale la pena acquistare questa Diana F+.? Dipende……
Il flash vi permette di fotografare anche di sera e in ambienti chiusi, nonché potete usarlo come fill-in per evitare di avere in esterni soggetti in controluce che appaiono completamente neri. Però se volete anche il flash dovete pagare esattamente il doppio (80 euro) del prezzo della Diana+ senza flash (40 euro). Una bella sommetta.
Quindi se utilizzate poco o niente il flash, è meglio acquistare la Diana+ originale che, flash a parte, è identica e dà le sue belle soddisfazioni. Qualsiasi cosa scegliate: Buon divertimento!

Diana F+ - E' arrivata!!!

Oggi mi è stata consegnata la mia nuova Diana F+. Ho finito il mio primo rullo immortalando come al solito i miei gatti e il mio capacchione. Adesso la pellicola (ultrascaduta) sviluppata con i chimici della Nova (ultrascaduti pure loro) si sta asciugando. Domani scrivo la recensione completa, però adesso anticipo già che il nuovo flash non è compatibile con la Diana F originale perchè i contatti, anche se distanziati in maniera identica, sono completamente differenti. Accidenti!

giovedì 10 gennaio 2008

Nuova Diana F+

I soliti furboni della Lomography hanno messo in commercio un nuovo modello di Diana. Com'era prevedibile ora propongono la versione con il flash. La cosa interessante è che la macchina è una perfetta riproduzione della Diana F originale, quindi niente hot-shoe ma i classici due "buchi" per il flash, anche questo ricreato sulla base del design originale (ma senza "bulbi" per fortuna). In teoria questo flash dovrebbe essere utilizzabile anche sulla Diana-F originale! Inoltre sono inclusi due adattatori: uno per usare questo flash con una qualsiasi macchina con hot-shoe, e l'altro per usare un qualsiasi flash standard sulla Diana F+. Quante belle cose! L'unico problema è che il tutto costa 80 euro che non sono pochi. Per fortuna avevo un pò di "Piggypoints" (i buoni sconto della Lomography) in scadenza, e così non ho resistito e l'ho ordinata.
http://www.lomography.com/diana/diana-f-camera

lunedì 10 dicembre 2007

Polaroid + Diana+ = Dianaroid+ ( + o - )

Ultimamente mi sono innamorato delle Polaroid. In giro su internet ho trovato parecchi esempi di Holgaroid (http://www.flickr.com/groups/toycameras/discuss/72157600317544444/?search=holga+polaroid), ovvero Holga montate su dorsi Polaroid appositi, oppure sui dorsi delle Polaroid pack-film o ColorPack ma, dato che alla Holga preferisco la Diana, ho pensato bene di mixare questultima con una Polaroid 103. Però qui sono nati gli scrupoli di coscienza: sarebbe stato necessario distruggere una Polaroid e una Diana funzionanti. E se il progetto fosse andato male, il rimorso mi avrebbe accompagnato fino alla tomba. Dovevo trovare una soluzione.
Dopo averci rimuginato un po’ ho deciso di usare una Diana+ al posto di una originale, tanto ne posso acquistare un’altra nuova. Rimuginandoci ancora ho deciso che non volevo nemmeno distruggere la Polaroid, e così invece di “tagliare” il soffietto della Polaroid, ho deciso di attaccarci sopra la lente della Diana+ che tra l’altro è già fatta apposta per staccarsi. In questo modo si riesce a sfruttare anche l’esposizione automatica della Polaroid, al posto della velocità di scatto fissa della Diana.
Ma basta perdersi in chiacchiere e passiamo al progetto vero e proprio.
Questa è la Polaroid 103


La prima cosa che ho dovuto fare è stata smontare le lenti della Polaroid. Per fare questo prima di tutto ho dovuto svitare le quattro viti indicate dalle frecce.

Questo è il meccanismo dello shutter. Si può notare il diaframma ristretto (1) che va a coprire il diaframma completamente aperto (2) quando il selettore per la sensibilità della pellicola (3) viene spostato su Bianco e nero. Anche il sensore per l’esposimetro (4) viene coperto a seconda dell'impostazione, da una griglia.

Ma quello che ci interessa è eliminare la prima lente. Dietro i meccanismi, facilmente spostabili in avanti, si trova la lente bloccata da 3 linguette metalliche.

Con un cacciavite e una pinza ho piegato una di queste linguette (ATTENTI A NON SPACCARE LA LENTE) e, facendo pressione con un dito dall’altra parte, ho staccato la lente. Se mai un domani vorrò rimetterla a posto non sarà un problema.

All’interno del pannello anteriore troviamo l’altra lente bloccata solo da una piccola lamina. Facendo leva con un cacciavite, è venuta via senza problemi.

A questo punto ho rimontato il pannello anteriore, ho preso la Diana+, e ho staccato l’obiettivo (è normalmente staccabile per poter usare la funzione Pinhole della Diana+).

Per montarlo sulla Polaroid invece di usare una colla (soluzione permanente), ho preferito usare una pasta adesiva che normalmente serve per attaccare poster al muro senza lasciare residui.

L’ho distribuita intorno al buco per la lente della Polaroid e ci ho pressato sopra la lente della Diana. Da notare che ho dovuto mettere la messa a fuoco dell’obbiettivo della Diana+ su infinito in modo da avere una superficie maggiore per l’incollaggio.

Ora manca solo l’alimentazione….accidenti! La Polaroid 103, così come le altre vecchie Polaroid, usano batterie poco comuni che costano un botto di soldi, così ho dovuto attaccare sul dorso un portabatterie con due pile stilo, e l’ho saldato ai cavi di alimentazione. Soluzione poco elegante ma funzionale, sicuramente da perfezionare un domani.

Il più grosso problema da affrontare quando si monta una lente di una macchina fotografica su di un’altra, è che bisogna trovare la giusta distanza dalla pellicola. Anche se in questo caso abbiamo la fortuna di poter fare tutte le prove che vogliamo, semplicemente allungando o accorciando il soffietto della Polaroid, trovare la giusta distanza focale è (e rimane) un bel problema. Di sera per fare i test in casa l'unico soggetto che ho a disposizione è il mio testone e così, come vuole tradizione, le prime foto sono orrendi autoritratti.

La prima foto l’ho scattata con il soffietto completamente chiuso. Il pasticcio a sinistra è dovuto alla pellicola che si è bloccata in fase di uscita. Come potete notare, non sembra molto a fuoco, e la mia faccia sembra in fondo a un tunnel.

La seconda l'ho scattata con il soffietto esteso di un centimetro circa. In questo caso, tenuto conto dell'effetto mosso per l'esposizione un pò lunga, l'immagine sembra a fuoco, ma sempre con l'effetto tunnel.
Questa l’ho ottenuta con il soffietto a circa 2/3 di estensione.

Questa qui invece l’ho fatta con il soffietto completamente esteso. Sembra troppo sfuocata.

Il giorno dopo ho scattato questa con la luce che proveniva dalla finestra e con il soffietto a circa metà.

Estendendo completamente il soffietto direi che il punto di messa a fuoco è a circa 15 cm. Come si può notare in questa foto scattata attraverso un vetro che si trovava a questa distanza, in basso a destra, il riflesso dell'obiettivo è abbastanza nitido.

E qui il soggetto è a circa 15 cm. Peccato per la sottoesposizione, ma sembra a fuoco.

Purtroppo a un certo punto l’otturatore della Polaroid a cominciato a fare i capricci e così alcune foto sono andate completamente sprecate. Forse la colpa è dell’alimentazione non proprio ortodossa.
Dopo un paio di cartucce, ho deciso di rimettere la lente della Diana al suo posto.

Alla fine è rimasto solo qualche minuscolo residuo della pasta adesiva, che con un po’ di pazienza (che non ho) potrei anche togliere.

Conclusioni.

Purtroppo per ottenere la lunghezza focale giusta senza avere l'effetto tunnel, dovrei smontare tutto l'obiettivo della lente, per prendere la sola lente, oppure dovrei montare l'intera Diana sul dorso nudo e crudo della Polaroid. Magari in futuro. Per il momento metto da parte la mia Dianaroid+, per riprenderla in primavera, quando il sole mi permetterà di scattare all’aperto.